Nella seduta di oggi del Senato Accademico è stata presentato un documento riassuntivo dei lavori della Commissione della Didattica.
Questa commissione, composta da docenti e studenti – di cui facciamo parte anche noi – è stata istituita, in linea con il Piano Strategico di Ateneo, con mandato di ripensare il modello complessivo di organizzazione della didattica.
Il documento si apre con un elenco di tendenze che sono in atto negli ultimi anni, ossia:
Dal nostro punto di vista, è possibile discutere a lungo su queste tendenze. Ecco alcune considerazioni:
1) L’aumento delle domande di ammissione è, fortunatamente, indice che nel lungo periodo l’università sta passando dall’essere qualcosa “per pochi” ad uno step fondamentale di ognuno di noi.
Questo è importante, soprattutto in Italia, dove la percentuale di laureati, in tutte le fasce d’eta, è tra le più basse tra quelle dei paesi OCSE.
Crediamo che l’università debba essere il motore del paese e ci aspettiamo un maggiore investimento da parte dello Stato.
2) Di conseguenza, la necessità di personale docente e l’alta percentuale di affollamento delle aule diventano un problema da affrontare con soluzioni adeguate, sostenute da finanziamenti appropriati.
3) La didattica innovativa attualmente in uso al Poli è a discrezione di docenti. Parte di questi non sono intenzionati a cambiare il loro metodo di insegnamento, altri ci provano ma senza successo (a causa della mancanza di formazione sul come insegnare); solo in qualche caso il professore riesce veramente ad innovare il suo corso.
Spesso ci si limita a far guardare MOOC senza neanche modificare la struttura del corso, facendo aumentare il carico didattico.
Perciò, proprio come dice anche la Commissione, emerge la necessità di ripensare la didattica.
Successivamente il documento si divide in 3 parti principali: prospettiva dello studente, del docente e dell’Ateneo.
Noi analizzeremo solo la prima parte che parla del modello formativo proposto agli studenti.
L’organizzazione della didattica si svolge lungo 3 direzioni prinicipali:
In linea con questo modello formativo, il ruolo del docente è da intendersi come guida o facilitatore del processo di apprendimento.
Il focus si sposta dal solo momento trasmissivo della conoscenza alla capacità di orientamento e progettazione dell’esperienza di apprendimento (invece di solo “cosa devo raccontare allo studente?” a “che esperienza posso proporre allo studente perché apprenda efficacemente quello che è necessario?”).
In conseguenza di ciò, il documento propone un ripensamento delle possibili modalità/forme di didattica e i relativi mix di insegnamento (attualmente divisi in lezioni/esercitazioni), partendo proprio dalla definizione di didattica assistita.
Per didattica assistita (DA) si intendono tutte quelle modalità/azioni/fome/esperienze diverse dallo studio autonomo. In riferimento a quanto scritto sopra, ecco le possibili tipologie di didattica asisstita.
DT – Didattica Trasmissiva/Frontale
Comprende tutte le azioni più convenzionali/frontali in cui il docente, anche utilizzando presentazioni ed esempi, svolge lezione. È la tipologia di insegnamento più frequente al momento.
DI – Didattica Interattiva/Partecipativa
Comprende tutte quelle azioni di didattica attiva in cui lo studente, in maniera guidata, è coinvolto individualmente o in gruppo nello svolgimento di/partecipazione ad un’attività proposta dal docente. Le ore di DI possono comprendere, ad esempio: svolgimento attivo (individuale o di gruppo) di esercizi/problemi proposti e coinvoglimento diretto nella presentazione/condivisione dell soluzioni o del processo risolutivo: momemnti di risposte e/o discussione che riprendono e/o consolidano i contenuti teorici/pratici acquisiti autonomamente; presentazione di attività svolte.
DL – Didattica Esperienziale/Laboratoriale
Comprende tutte quelle azioni e forme di didattica attiva in cui, in maniera guidata, si è coinvolti individualmente o in gruppo nello svolgimento di un’esperienza pratica finalizzata all’applicazione dei concetti esposti dal docente, tipicamente con l’ausilio di strumenti e macchinari adeguati in laboratori informatici o sperimentali.
DP – Didattica Esperienziale/Progettuale
Comprende tutte quelle azioni e forme di didattica attiva relative alla impostazione e alla discussione critica di un lavoro progettuale, alla realizzazione di un output, con chiara connotazione realistica, che si modifica e arricchisce man mano che lo studente acquisisce consapevolezza e capacità di utilizzo degli strumenti teorici, tecnici e metacognitivi.
Le ore di DP comprendono quindi diversi momenti di interazione del docente con singoli studenti o piccoli gruppi finalizzati alla discussione e revisione del lavoro prodotto in relazione agli obiettivi progettuali assegnati dal docente e alla conseguente eventuale modifica o ampliamento degli stessi e delle metodologie da applicare per raggiungerli.
La DP può avvalersi della compresenza di docenti di diverse discipline.
DV – Didattica Valutativa
Comprende tutte quelle forme di didattica attiva in cui si è coinvolti direttamente in un’attività di valutazione e/o auto-valutazione seguita da opportuno riscontro (che può essere anche solo qualitativo, non necessariamente quantitativo).
Il documento continua esponendo alcuni possibili mix didattici e l’adeguamento delle ore in CFU e poi parla della prospettiva del docente e del dipartimento.
Da parte di SIP, riteniamo positivo che la Governance centrale dell’Ateneo abbia messo per iscritto la necessità di riformare il metodo di insegnamento. Siamo consapevoli che, a causa delle resistenze da parte di alcuni docenti, non ci sarà cambiamento radicale da un giorno all’altro.
Tuttavia, questa presa di coscienza è un passo importante per affrontare un problema significativo.
Se si vuole ottenere realmente dei risultati dobbiamo continuare a lavorare e proporre delle soluzioni vantaggiose per convincere a cambiare il metodo d’insegnamento.
È importante che questo processo passi attraverso i Coordinatori dei Corsi di Studio, che sono fondamentali se si vuole ottenere un risultato.
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