i costi di architettura e design al poli

in breve

Se studi architettura, design o urbanistica già lo sai: tra stampe, modelli, prototipi, plastici e materiali si arriva a fine anno avendo speso quasi una rata in più delle tasse universitarie!

Il servizio offerto dal Poli – Poliprint – oltre a non essere in grado di gestire la grande domanda non è neanche in grado di offrire un servizio efficiente ed economico, per cui moltз si recano in copisterie esterne

Anche alcuni docenti non aiutano alla causa, chiedendo materiali e stampe di alta qualità pure per le revisioni e le consegne intermedie, facendo lievitare il costo totale annuo

Per questi motivi stiamo lavorando per istituire un fondo per il materiale didattico, ovvero un fondo annuo per cui il Politecnico copra i costi dei materiali acquistati durante l’anno.

Questa cosa è già realtà in molte altre università tecniche (soprattutto in nord Europa), e in generale riteniamo che sia sbagliato che chi studia design o architettura debba pagare in più rispetto a studentз di altri corsi, soprattutto perché si tratta di acquisti obbligatori.

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vogliamo più di 5 appelli!

Avere 5 appelli d’esame all’anno non è abbastanza per moltissimi studenti e studentesse, che spesso arrivano a dover ritardare il proprio percorso di studi

I motivi per cui non possono bastare sono molteplici: da una mancanza di organizzazione a problemi di salute, per lavoro o altri impegni o in generale un insieme di fattori personali non prevedibili e non riteniamo giusto che per questo una persona debba essere ulteriormente sfavorita, anche perché ritardare la propria laurea comporta un aumento delle tasse universitarie, oltre che a situazioni di disagio psicologico, specialmente in un ambiente particolarmente competitivo come il nostro.

Avere più date in cui poter sostenere l’esame porterebbe ad una maggior organizzazione e una regolazione più serena del proprio programma di studi, e quindi al miglioramento della condizione didattica e soprattutto psicologica degli studenti del Politecnico.

Com’è la situazione attualmente?

La regolamentazione degli appelli dipende dalle singole Scuole del Poli (3I, AUIC, Design e ICAT), e non c’è mai stata una definizione univoca, portando a diverse condizioni.

Se prendiamo in considerazione le 3 sessioni d’esame annue (chiamando Sessione 1 quella che segue l’erogazione del corso, Sessione 2 la sessione estiva o invernale che precede il corso e Sessione 3 la sessione autunnale (che inizia ad agosto e finisce a settembre), la composizione degli appelli è la seguente:

scuola

Sessione 1

Sessione 2

Sessione 3

3I

2

2

1

Design

2

2

1

AUIC

2

2

2

ICAT

3

2

1

Totale

5
5
6
6

Incredibile vero? Te l’aspettavi che nella nostra stessa università ci fossero studentз con un sistema e un numero di appelli diverso? Non sarebbe equo garantire almeno 6 appelli a tuttз?

Ma non è sempre stato così: la scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione fino a qualche anno fa aveva 6 appelli, prima ancora 4 e in tempi meno recenti ne aveva molti di più (nello stesso periodo in cui i vostri docenti di oggi andavano al poli!).

In che modo vorremmo aumentare il numero di appelli?

Pensiamo che già con un appello in più (6) nelle scuole di ingegneria e design si potrebbe rimodulare il calendario delle sessioni, dando la possibilità di sostenere durante la pausa didattica già prevista per i parziali di novembre un appello di “recupero” per i corsi del secondo semestre e, analogamente, ad aprile per quelli del primo semestre.

Invece con 7 appelli d’esame annui (come già accade nelle altre università pubbliche milanesi) sia la sessione estiva che la sessione invernale avrebbero 3 appelli ciascuna, dando un’ulteriore possibilità di passare l’esame senza aspettare la sessione successiva. Inoltre, in questo modo si potrebbe comunque preservare la distanza minima di due settimane tra un appello e l’altro.

Avere un appello in più inoltre aiuterebbe tutti gli studenti e studentesse che ogni anno si ritrovano con appelli concomitanti. Come proposta porteremo anche l’abolizione del riprovato (il cosiddetto “salto d’appello”) in modo da garantire che i 6 appelli siano effettivi per tutti e non che, per decisioni arbitrarie, possano diventare 5 o addirittura 4 e l’introduzione di una calendarizzazione automatizzata degli appelli, dato che ad oggi viene ancora fatta a mano, rendendo appunto più gestibile un maggior numero di appelli ed evitando sovrapposizioni dovute semplicemente a distrazioni o errori umani.

È possibile aumentare il numero di appelli? Come? È stato già fatto?

Assolutamente sì! Fino a qualche anno fa pure al Poli c’erano 6 appelli annui, inoltre molte università in Italia garantiscono agli studenti almeno 7 appelli annui e un appello straordinario per gli studenti fuoricorso, grazie all’adozione della Carta dei diritti e dei doveri degli studenti approvata nel 2011 dal Ministero dell’Università e della Ricerca su richiesta del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Vorremmo che anche il Poli si adeguasse a questa carta aumentando così gli appelli minimi da 5 a 7.
Tra queste alcuni esempi sono le università di Bologna e Modena e Reggio Emilia con 6 appelli, Pisa, Padova e L’Aquila con 7 e Ferrara con addirittura 8. Al Politecnico di Torino, invece, gli appelli sono solo 4 ma, dopo le richieste della rappresentanza studentesca, si è avviata una sperimentazione per aumentarli a 5: a dimostrazione che cambiare è sempre possibile!

Quanti appelli annui hanno le altre università?

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